radiofilosofia:

 “pasticceria e radio”

Cari OM, un pasticciere non farebbe mai degustare ad un ghiottone (Fg= magnamagn) la sua nuova creazione : ne farebbe un solo boccone .Io credo che preferirebbe un lento degustatore che si soffermi a disquisire sulla morbidezza della pasta, che  apprezzi le fini sfumature di gusto della crema di farcitura, che si meravigli e chieda il come ed il perché è cosi morbida dentro e cosi croccante fuori e se abbia usato il forno a microonde per la cottura o quello tradizionale e che il paziente pasticciere, stuzzicato da una ulteriore domanda del degustatore, gli risponda che la crema inglese  non va cotta a casaccio, va portata attentamente a circa 80 gradi e che superando tale valore  la stessa” impazzisce” per la coagulazione proteica del tuorlo rovinandone consistenza e gusto etc.etc.

L’analisi di un ricevitore radio, per assurdo che sembri, va analizzata in tanti modi . Gli strumenti da soli e i test non dicono tutto, occorre il feeling, l’ergonomia , la sensazione di affidabilità , morbidezza , fluidità, consistenza di una manopola, anzi  della” MANOPOLA”, ovvero quella della sintonia, l’ergonomia ,l’efficacia dei comandi e controlli. Già tali  sensazioni al di la’ del riscontro puramente tecnico forniscono all’utente dati importanti. Può accadere che l’ interlocutore  chieda “come mai spostandosi di appena 100Hz a lato di un segnale CW esso cada di 60 dB ? ” , il nostro OM anziano o più esperto gli risponderebbe come il pasticciere di cui prima: ”è anche una questione di temperatura, mi spiego: non vi sono filtri a quarzo che possano offrire simili prestazioni , solo i filtri meccanici riescono a tanto e trasformano segnali elettrici in vibrazioni meccaniche  e vice-versa in uscita e le piastrine e cilindretti in esso contenuti vengono portati piu’ volte a temperature particolari e segrete per poi abbatterle (secoli addietro lo si faceva anche per forgiare spade di eccellenza)_Si usa un processo detto di sinterizzazione. Ancor oggi , dopo qualche decennio,  i filtri Collins, USA, costruiti con tale  tecnica restano come riferimento (specie se militari).

Insomma, solo sui RX non basterebbe una serata intera se gli interlocutori sono quelli giusti, ovvero che si pongano domande animati da una curiosità ed ingenuità tecnica che i soli libri non possono sempre soddisfare. Ci si soffermerebbe sui dettagli, tutti importanti perché la storia della radio è fatta di infiniti piccoli passi avanti nei dettagli e nella progettazione e da balzi generazionali  quali l’avvento dei   “ tubi “, i transistor, gli integrati ,PLL, DDS etc.etc.

Per un radioamatore la radio senza particolari, senza  voglia di meravigliarsi, senza curiosità, senza l’umiltà nell’approccio e nell’apprendimento, che non tenga conto della sua Storia, visibile  su varie generazioni di apparati riceventi,  frutto degli sforzi dei nostri predecessori per il suo sviluppo e progresso, non ha alcun senso.

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Nino/iz7djr

 

 

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